Andare a Milano e fare un viaggio in Giappone. Impossibile? No di certo, se ci sono le giuste bottiglie di whisky ad aspettarti e un relatore d’eccezione: Salvatore Mannino. Un gruppo collaudato, quello che ieri si è dato appuntamento al celeberrimo BarMetro di Giorgio D’Ambrosio, ma spenderemo due parole per i presenti più avanti. Un viaggio in Giappone, dicevamo. Sì, perché quella di ieri non è stata una degustazione normale, ma un vero percorso nella storia. E così, incantati dal superlativo Mannino (in vacanza, ma rapito alla famiglia) abbiamo fatto un percorso a ritroso, andando a scovare le origini del whisky giapponese (che affondando nel 1923) e la distilleria Yamazaki. Abbiamo poi conosciuto l’intraprendente Masetsaka Taketsuru che, curioso e testardo, ha introdotto lo stile scozzese dall’altra parte del mondo, iniziando un lungo percorso di perfezionamento e personalizzazione. Poi siamo arrivati alla Yoichi e via via, fino a scoprire che oggi, nel mondo, il whisky giapponese non solo vende tantissimo, ma è anche molto gradito (in Francia forse più di quello scozzese).
Una lunga storia, con i bicchieri davanti a noi, ad attendere, ma è stata un’attesa piacevolissima, che ha reso più intenso l’atto del bere. Oggi non parleremo nello specifico di quanto si è bevuto, con la promessa che lo faremo in un secondo tempo, andando a fare un resoconto e sulla singola bottiglia e sulla storia della distilleria, così abbiamo la possibilità e si approfondire e di incuriosirvi. Però ecco di nuovo l’elenco di quanto messo a disposizione:
- Yoichi 1988 20yo, OB, 55%
- Karuizawa 1984 28yo Cocktail Series, Maison du Whisky, 59,3%
- Chichibu 2009-2012 The Peated, OB, 50,5%
- Hanyu 1986 22yo, Part des Anges, 58,4%
- Yamazaki 1995-2010 Owner’s Cask, Maison du Whisky, 54,9% Read the rest of this entry »